RICERCA SPERIMENTALE

Il designer milanese Gabriele Colangelo, fondatore del brand omonimo e direttore creativo di Giada, ci racconta il suo punto di vista sulla moda del futuro in stretto dialogo con il tempo che viviamo. (Di Dafne Funeck)

Qual è il DNA del suo marchio e come è mutato nel corso degli anni?

Il DNA di Gabriele Colangelo si esprime attraverso una ricerca sperimentale, volta alla creazione di nuove soluzioni materiche, tradotte in uno stile lineare, di sottrazione degli elementi e di cura del dettaglio. La mia è una creatività metodica, intesa come precisione e coerenza estetica, che oggi si traduce ancora di più in esclusività e attenzione alla materia all’esecuzione. Il minimalismo è sempre stata una riflessione sul valore intrinseco del capo, sul pensiero che genera una creazione e sull’interesse per i particolari, anche quelli non immediatamente visibili. Nel tempo ho invece modificato la mia percezione del colore, in origine più incline a tonalità più neutri, come bianco, blu, grigio e beige, iniziando a svolgere una ricerca cromatica per inserire nel linguaggio estetico nuovi e inediti accostamenti.

Come trasferisce la contemporaneità nelle sue collezioni?

La moda riflette il tempo che viviamo. Quello che accade in questo momento storico mi spinge verso una riflessione sul significato qualitativo reale dei capi che creo, in termini di pensiero, materiale e eccellenza esecutiva. Mi piace che il mio design duri nel tempo, senza subire il passaggio del momento. La contemporaneità diventa piuttosto trascendenza dal qui e ora.

Arte, moda e stile. Come si legano tra loro?

Penso al mio lavoro e di conseguenza al mio brand, come a una forma d’arte applicata alla realtà. Come tale vive di interazioni e suggestioni che provengono dall’arte, che vengono poi rielaborate e tradotte in forme e tessuti speciali. Molte mie collezioni, inclusa l’ultima, creano una sorta di dialogo immaginario con le opere di altri artisti, uno scambio vitale e continuativo che determina il valore più duraturo del messaggio espresso.

Questo clima di incertezza non aiuta la moda. Come la vede nel futuro?

Una proiezione a lungo raggio trovo non sia molto attendibile in questo momento storico, considerando la mutabilità imponderabile degli eventi. Penso tuttavia che sia necessario mantenere un atteggiamento di creatività positiva, che non significa superficialità o sottovalutazione della situazione, ma reazione consapevole e propositiva, necessaria se vogliamo garantire un futuro ad un settore che muove emozioni e desideri.