CREATIVITÀ E CONCRETEZZA

Conosciamo meglio Filippo Chiesa Ricotti, fondatore di GruppoTre, studio di architettura e interior design di Milano, specializzato nella progettazione di residenze e composto da un team di professionisti under 35.

Le va di raccontarci il suo percorso?

Mi sono laureato al Politecnico di Milano. Già durante gli studi sapevo che avrei voluto prendere l’abilitazione e creare qualcosa di mio. Nel 2014 ho aperto il mio studio a Pavia, perché all’epoca non mi attirava l’idea di vivere a Milano. Mi occupavo di interni e lavori tecnici, attività tipiche di uno studio di architettura di provincia. Poi, grazie alla collaborazione con un’impresa edile, sono finito in un grosso giro di lavori su Milano, continuando a fare avanti e indietro tra le due città. Col tempo, ho iniziato a amare la metropoli e ho deciso di trasferirmi qui. Abbiamo preso possesso della nuova sede di GruppoTre a maggio dell’anno scorso, a lockdown finito.

Come è strutturato il vostro studio?

Ci occupiamo principalmente di ristrutturazioni di appartamenti. La nostra forza è che riusciamo a gestire tutte le fasi, visto che la nostra squadra è composta da sette architetti, un ingegnere e un designer d’interni. Possiamo quindi offrire il pacchetto completo. La parte legata all’interior è per noi la più importante. Da sempre sono appassionato a quest’aspetto, mentre il design del prodotto è l’ultima delle mie passioni in ordine di tempo. Ho progettato io il tavolo del nostro studio, Tadio (tavolo + Dioniso), che sarà presto messo in produzione, grazie alla collaborazione con due aziende.

Quali sono i progetti che le hanno dato più soddisfazione?

Sono due. Uno è stato un lavoro nel quale si è creato un bel feeling tra noi e i clienti. È stato un cantiere sereno, senza nessun momento di attrito sulle scelte. Si trattava di un bell’appartamento di 150 metri quadrati al quinto piano, con un buon budget. Nel secondo caso si è creato un ottimo rapporto che va avanti al di là della ristrutturazione, i clienti ancora ci chiedono consigli e consulenze, perfino sull’acquisto dei tappeti.

Ci saranno però dei clienti che fanno richieste bizzarre…

In generale, se la richiesta è assurda, si fa finta di non aver sentito. Si cerca sempre di ragionare insieme ai clienti. A volte l’infattibilità tecnica aiuta. Io faccio più fatica, ma il nostro designer d’interni riesce a bloccare sul nascere certe situazioni solo con lo sguardo.

Di cosa vi state occupando in questo momento?

Stiamo lavorando a un appartamento di 180 metri quadrati in Via Washington a Milano, proprietà di tre fratelli, da dividere in tre appunto. Abbiamo un bel rapporto con questi clienti, tanto da vederci anche a cena. Li abbiamo anche aiutati a risolvere alcuni intoppi con il condominio.

Com’è cambiato il nostro atteggiamento nei confronti della casa, da quando è arrivata la pandemia?

Tantissimo è cambiato, a causa della trasformazione forzata dei nostri stili di vita. Per esempio, ora c’è quasi sempre, tra le richieste dei clienti, quella dell’angolo smart working, ma non solo. I bagni, ambienti ai quali si è sempre prestata grande attenzione, ora sono diventati ancora più importanti. Non parliamo poi dei balconi, che sono passati dall’essere un optional allo status di assoluta priorità.

Com’è l’appartamento di un trentenne contemporaneo?

Siamo tutti bombardati da foto di design su Instagram, per cui si è creato un interesse trasversale. In generale, l classico contemporaneo è tornato molto di moda. Però ci sono delle differenze di approccio, tra uomini e donne per esempio. Una ragazza single parte da un’idea precisa di cosa vuole, arriva da noi già con la sua ricerca fatta, anche se poi parte tutto un processo di indecisione. Il single gay tende a avere una cura estrema dei dettagli, va alla ricerca di oggetti vintage da abbinare a pezzi di design.  Il single eterosessuale è minimal, pochi colori e abbinamenti decisi, senza fronzoli. Mi tocca essere un po’ psicologo con i clienti e capire il non detto, entrare in simonia con loro. Per questo da GruppoTre cerchiamo di di scegliere il referente adatto e compatibile.

Oltre a aver fondato GruppoTre, lei è coinvolto in diversi altri progetti. Ci racconti un po’.

Sono una persona molto dinamica. Sono ambassador di Archiproducts, con cui nel 2019 abbiamo organizzato un evento di giovani architetti. Sono poi partner di Maisons du Monde Business e tra i fondatori di Home With, un collettivo di 10 architetti che nasce come contenitore di idee per eventi legati all’architettura e al design.

Qual è il suo rapporto con la moda?

Come tutti i professionisti, la mia immagine fa parte del pacchetto che vendo. Ho l’abitudine di fotografarmi tutte le mattine in ascensore per postare un selfie su Instagram. Spesso le persone mi chiedono di chi sono i capi che indosso. Ho inoltre una passione per le scarpe.

Le piace fare shopping?

Compro tanto online, se si tratta di brand che conosco già. In realtà ogni tanto però apprezzo il fascino della ritualità dell’acquisto in negozio.