IL FUTURO DELLA CREATIVITÀ

Abbiamo intervistato Barbara Toscano, direttrice di Istituto Marangoni – School of Fashion, che da 85 anni si prende cura del futuro della creatività e dei propri studenti e lo fa anche in questo momento particolare. (Di Dafne Funeck)

In quest’anno, Istituto Marangoni ha saputo continuare la sua missioni, portando i propri studenti a affrontare una nuova normalità, attraverso una serie di iniziative come talk, webinar e il  progetto culturale Enhancing the Future, il cui risultato è in un libro, appena pubblicato. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Barbara Toscano, direttrice di Istituto Marangoni – School of Fashion, che ci ha raccontato delle sfide affrontate a causa della pandemia e di quelle del prossimo futuro.

Come sono cambiati i percorsi didattici a causa delle restrizioni legate alla pandemia?

Istituto Marangoni ha fin da subito sentito la responsabilità di non lasciare soli i propri studenti nell’affrontare una situazione imprevedibile e difficile come la pandemia. La scuola è il luogo in cui ogni giorno vengono accolti e stimolati a crescere, non solo dal punto di vista professionale, ma anche personale. Durante il lockdown, abbiamo quindi fin da subito reagito, garantendo continuità didattica nel migliore dei modi e anche immaginando momenti e contenuti speciali, che permettessero di mantenere viva la presenza di Istituto Marangoni nella loro quotidianità e che fossero di continuo stimolo. Tutti i corsi sono stati velocemente convertiti in digitale, utilizzando la piattaforma Zoom, con risultati eccellenti e una partecipazione che ha toccato il 90% degli studenti. Siamo riusciti a raggiungere anche gli allievi che hanno scelto di rientrare nei propri paesi di origine. Le registrazioni delle ore di didattica sono infatti tradotte e inviate agli allievi che si trovano a un fuso orario di +5 o -5 ore. Oltre alle lezioni, sono state garantite, come da programma, anche le sessioni di esami e, sempre in modalità telematica, sono stati mantenuti vivi anche i rapporti con le aziende, con cui Istituto Marangoni organizza in stretta collaborazione molteplici progetti didattici nel corso dell’anno. Brand d’eccellenza, quali Pomellato, Loro Piana, Stella McCartney, The Woolmark Company e Versace Jeans Couture, nonostante le chiusure imposte dalle autorità, si sono resi disponibili online per presentare i brief agli studenti, oppure per valutare i lavori realizzati, garantendo continuità e supporto alla scuola.

Ci racconti come sono andati talk e webinar, oltre al progetto Enhancing The Future.

Tra le tante attività, la scuola ha garantito un ricco programma di talk con importanti professionisti di rilievo, come la fotografa Nima Benati, lo stilista belga Dries Van Noten, Nicoló Beretta, designer e fondatore del brand di calzature Giannico, Leonardo Girombelli, Global Marketing Director di Tod’s e Diane Pernet, una delle più famose critiche di moda, riconosciuta a livello internazionale. Nell’ambito di Enhancing The Future, un progetto culturale che è nato dalla volontà di fare il punto su come la diffusione del Covid-19 stia influenzando nel profondo il mondo della creatività, Istituto Marangoni ha inoltre ospitato virtualmente personalità ai vertici di brand di rilievo, quali Silvia Damiani, Vicepresidente di Damiani, i designer Massimo Giorgetti e Margherita Missoni, oltre allo stylist Ibrahim Kamara, astro nascente della moda. Inoltre, sono stati organizzati webinar con talent acquisition manager di importanti gruppi, tra cui Rina Tollio, Talent Acquisition Manager for Creative Roles presso OTB, che hanno condiviso con gli studenti riflessioni sulle competenze necessarie per collaborare con brand di alto livello.

Ha fiducia nella moda del futuro?

Il mondo della moda è un sistema in continuo movimento e evoluzione. Chi opera in questo settore, sa bene come, anche prima della pandemia, fosse già necessario essere protagonisti del cambiamento e non passivi osservatori. Ora siamo in una fase dove è necessario dare una forte accelerata, con positività e visione.

Che ruolo avranno le sfilate dopo la pandemia?

Le sfilate rappresenteranno una nuova forma di contatto globale, ancora più democratico e aperto. Non avranno più confini fisici, attraverso lo streaming e le visualizzazioni web sarà possibile raggiungere milioni di utenti, avvicinare al bello migliaia di persone, come negli ultimi eventi digitali, ovvero le sfilate di Parigi e di Milano, dove contenuti come fotografie, video, interviste e backstage dei momenti creativi, hanno sicuramente arricchito il palinsesto virtuale. Si tratta di una formula che ha alcuni aspetti positivi, come fornire dettagli accurati sugli outfit, ma che certamente non potrà mai completamente sostituire il fascino e il valore del fashion show fisico. Si lavorerà, inoltre, con grande attenzione e cura al design e alla realizzazione dei capi. È sempre più viva l’esigenza di riappropriarci del valore di abiti e accessori, della qualità intrinseca di tessuti, materiali, e capacità sartoriali. Nonostante la velocità a cui ci sta abituando la tecnologia, saremo alla ricerca di prodotti durevoli. Rallenteremo il bisogno di consumo che asseconda tendenze in continuo divenire, per riappropriarci di una dimensione di eccellenza e valore.

E la sostenibilità invece?

Un approccio green chiama all’appello ogni anello del fashion system. Serve un’inversione di prospettiva, un modello economico, non solo basato sul fashion business, ma su una nuova consapevolezza sul costo vero della moda in relazione a temi legati all’ecologia e all’etica. I giovani designer sono oggi certamente più focalizzati su questo cambiamento, proponendo risposte creative sensibili al tema della sostenibilità.

Ripensare alle regole del lusso. Quale sarà il contributo di Istituto Marangoni?

Si stanno ridisegnando regole e dinamiche nel mondo del lusso, sotto ogni punto di vista, creativo, produttivo e commerciale. Il coronavirus ha sicuramente portato a una profonda ristrutturazione del settore, ma in alcuni casi ha semplicemente accelerato alcuni processi già in atto. Per esempio nell’abbigliamento, il capo finito è sovente il risultato di diverse componenti, che arrivano molto spesso da svariate parti del mondo, un fatto che può determinare profondi ritardi o, addirittura, l’impossibilità di produrre, nel caso di un evento pandemico come il Covid. La tendenza sarà probabilmente quella di ridurre le distanze e ritrovare una dimensione continentale o nazionale, piuttosto che globale. Così come si vedrà una diminuzione della frammentazione del processo produttivo, riportando in Italia o in Europa dell’Est parte della produzione delocalizzata per esempio in Cina. Cambiano le dinamiche commerciali. Si assiste per esempio a sperimentazioni in termini di e-commerce, mai approcciate prima da alcuni brand del lusso, come per esempio Louis Vuitton. Seppure, per la moda e il lusso, il fattore offline resti importante. L’esperienza di consumo nel punto vendita implica aspetti psicologici ancora molto gratificanti per i clienti, insostituibili completamente dall’e-commerce. In un contesto così in rapido cambiamento, ovviamente anche la didattica deve stare al passo e, anzi, saper anticipare le tendenze e le necessità del mercato, partendo sempre dal presupposto che nel cambiamento c’è sempre una grande opportunità. Nell’immediato futuro serviranno nuove menti creative. Istituto Marangoni ha messo a punto percorsi didattici che permettano ai giovani talenti di muoversi in scenari inediti e di individuare soluzioni non convenzionali, in risposta a dinamiche e problematiche mai affrontate prima. Bisognerà ripensare ai meccanismi di interazione degli esseri umani con se stessi, lo spazio, gli oggetti e i servizi, e definire nuove idee di business, dove certamente il digitale sarà fondamentale, ma senza rinunciare completamente all’esperienza reale, trovando quel giusto equilibrio che ridisegnerà le regole della moda del futuro.