ELEGANZA PURA E SEMPLICE

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Giuseppe Longo, autore del libro Kenneth: Shear Elegance, che racconta la vita e la carriera di Kenneth Battelle, l’hair stylist punto di riferimento dello stile in America, e non solo, dagli anni cinquanta.

Molto prima che gli hair stylist diventassero star di Real Time e che chiunque con un account di YouTube o TikTok potesse influenzare lo stile dei capelli delle donne direttamente dal proprio bagno di casa, ci sono stati degli artisti dei capelli che hanno influenzato intere generazioni, attraverso gli innovativi look sperimentati sulle celebrità e nei redazionali di moda delle riviste. Negli anni cinquanta, i punti di riferimento dello stile erano 3: Alexandre a Parigi, Vidal Sassoon a Londra e Kenneth Battelle a New York. L’affascinante vita e la carriera di quest’ultimo sono raccontate per la prima volta nel volume Kenneth: Shear Elegance (Schiffer Books), firmato da Giuseppe Longo.

Ricordi personali degli amici più stretti, dei clienti e dei dipendenti, trasportano il lettore nell’iconico salone sulla Cinquantaquattresima Strada, riccamente decorato dal famoso interior designer Billy Baldwin. Il mondo di Kenneth prende vita attraverso i racconti dei suoi lavoro con i fotografi Richard Avedon e Milton H. Greene, e le modelle Jean Shrimpton and Cheryl Tiegs. Fotografie inedite, appunti, ritagli e illustrazioni originali di Joe Eula mostrano le sue svariate creazioni e il meglio della moda americana del XX secolo. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’autore del libro, per saperne di più.

Partiamo dall’inizio. Quando ha deciso di lavorare a Kenneth – Shear Elegance?

Esattamente 7 anni fa. È stato un viaggio molto lungo. Kenneth Battelle era ancora vivo, in realtà avremmo dovuto lavorarci assieme. Purtroppo era malato ed è morto poco dopo che abbiamo parlato del progetto. L’avevo conosciuto quando abitavo a New York.

Come si è mosso dunque per la ricerca?

Ho fatto un po’ di tutto. Sono partito dai suoi colleghi e amici, dopo di che mi sono documentato in maniera approfondita tra librerie e biblioteche. Reperire le immagini è stato particolarmente laborioso, perché non si tratta di foto di catalogo, mi sono dovuto mettere a caccia dei titolari dei diritti, da Richard Avedon a Condé Nast. La carriera di Kenneth è durata 50 anni, del resto.

Chi le ha fornito gli aneddoti più preziosi?

Per me la cosa più divertente è stato scoprire chi era Kenneth. La cosa più bella è stato realizzare che c’era lui dietro a certi film, a certi servizi fotografici, che aveva lavorato su quelle supermodelle degli anni sessanta e su quelle attrici. Più facevo ricerca più scoprivo la persona. La sua clientela era famosa. Quando Marilyn Monroe andò a Chicago per la prima di A qualcuno piace caldo chiese a Kenneth di accompagnarla, per preparare le sue apparizioni. Quando Truman Capote organizzò il party del secolo, il ballo in bianco e nero, il salone fu inondato da signore che volevano delle acconciature che lasciassero senza fiato. La sua arte, il modo di rendere i capelli l’accessorio più bello, merita di essere studiato e rispettato.

Qual è stata secondo lei l’acconciatura di cui Kenneth era più orgoglioso?

Sicuramente l’acconciatura di Jackie Kennedy alla Casa Bianca è stata per lui l’occasione di una visibilità internazionale. E, ovviamente, l’immortale capigliatura di Marilyn Monroe.

Qual era il suo segreto?

Era la sua professione, non era interessato alla fama. La sua vocazione era quella di rendere belle le donne, un concetto molto semplice. Le sue clienti erano la persone più importanti per lui. Era un’epoca diversa, i segreti erano segreti, non ci si sovraesponeva come oggi.

Qual è stata l’innovazione di Kenneth che ha influenzato le mode successive fino a oggi?

La vera rivoluzione di Kenneth è stata quella di liberare i capelli. Senza questo grande passo, tanti stili che si sono susseguiti negli anni successivi non sarebbero stati possibili. Un esempio perfetto in questo senso è la moderna naturalezza dei capelli di Judy Garland.

La carriera di Kenneth ha attraversato tutti i decenni fondamentali nell’evoluzione della moda. Oggi come si muoverebbe?

Kenneth non capiva un certo tipo di modernità, i social non gli interessavano. Del resto non aveva mai fatto pubblicità al suo salone nemmeno sulle riviste. Penso che ogni cosa abbia il suo tempo e che oggi Kenneth farebbe fatica. Basta pensare che il suo salone aveva le tende sulle vetrine.

Come descriverebbe il suo libro in tre parole?

Elegante, informativo e ispirazionale.