TROVARE UNA SINERGIA PER LA RIPRESA

Piero Cividini, fondatore dei marchio che porta il suo cognome, sinonimo di maglieria di lusso e contemporaneità, racconta come il brand si sta confrontando con la situazione inedita che stiamo vivendo.

Cos’ha significato per lei l’improvvisa interruzione dell’attività dovuta al lockdown?

Fortunatamente lo stop è arrivato quando la campagna vendita dell’autunno inverno era quasi finita. Stiamo gestendo la situazione con i nostri clienti, cercando di favorire quelli più affidabili, in un tira e molla commerciale. Per fortuna cominciano a arrivare indicazioni incoraggianti dalla Germania, che per noi è un mercato importante. La verità è che le informazioni arrivano alla spicciolata e la situazione è tutta in divenire. Tutti i ragionamenti che possiamo fare lasciano il tempo che trovano, perché vanno modificati in continuazione.

Quali sono i primi problemi ai quali bisogna far fronte?

Le aziende si sono organizzate tempestivamente per la riapertura. Vediamo in questi giorni se la riorganizzazione dei negozi funziona. Per quanto riguarda le collezioni, noi non faremo grosse modifiche. Si può magari ripensare l’ampiezza dell’offerta e spostare le tempistiche di consegna in avanti. Bisognerà anche organizzarsi per limitare gli spostamenti. Un altro problema che abbiamo ora è che prima del lockdown non abbiamo fatto in tempo a scattare la campagna pubblicitaria, che ora dovrà essere ripensata, per ovvi motivi.

Quali sono i mercati nei quali Cividini è presente che hanno sofferto di più?

Ho paura, dalle reazioni che ho visto, che l’allarme coinvolga tutti i mercati. Come dicevo, l’unico paese dove la situazione non è malaccio è la Germania. In Italia la sensazione è che siamo davanti a un disastro.

Come vi organizzerete per la campagna vendita e la presentazione delle collezioni primavera estate 2021?

Ci stiamo ragionando. Tra le altre cose, stiamo valutando se presentare la collezione maschile direttamente a settembre.

A proposito di settembre, gli appuntamenti fieristici e le settimane della moda sono per ora confermati…

Tutti speriamo che si possa ricominciare da lì. Stiamo valutando come muoverci. La sfilata, dal punto di vista commerciale è l’ultimo step, perché arriva alla conclusione della campagna vendita, che stiamo organizzando con modalità adeguate.

Quanto è importante la sostenibilità in fase di ripresa?

Se ne è parlato tanto, spesso in modo retorico. La nostra è una moda slow, con un’attenzione a questo tema da sempre. Sono convinto comunque che le modalità dovranno cambiare per ansare in quella direzione.

Il lockdown avrà delle conseguenze positive per qualche aspetto del sistema?

L’unica cosa pensabile sarebbe quella di trovare una sinergia che, ahimè, non c’è mai stata. Ogni azienda infatti è un mondo a parte. Dopo una situazione così difficile forse ci riusciremo. Non credo che le istituzioni siano in grado di intervenire in questo senso.