LA PERSONALITÀ DEL CASHMERE

Conosciamo meglio Simona Colombo, fondatrice di UnoCashmere, brand di maglieria deluxe artigianale. Un’imprenditrice creativa, con una laurea in psicologia, che dal 2008 propone collezioni in edizione limitata 100% Made in Italy.

Come nasce UnoCashmere?

L’anno di nascita del mio progetto è il 2008. Quello che mi ha sempre affascinato del cashmere è il fatto che è una fibra cruda, che ha bisogno di trattamenti, deve essere follato per diventare morbido come lo conosciamo. In questo senso è come le persone, ciò che diventa è diverso da come è in origine. L’apparenza è differente dalla realtà. Nel 2006 è nato il mio primo figlio. Ecco, la cura che devi avere con un bambino è paragonabile alla cura che si deve utilizzare con il cashmere. Questa fibra è come la personalità, sono convinta di quest’idea e ne sono affascinata. Questo mio approccio è dovuto al fatto che ho studiato psicologia. Sono nata in Brianza, in una famiglia che sognava per il mio futuro una professione classica, quella del medico per esempio. La scelta di studiare psicologia a Padova è stato un compromesso tra la mia indole creativa e le aspettative dei miei genitori. Ho anche provato a intraprendere la professione, ma non me la sono sentita di andare avanti. La moda è invece sempre stata una mia passione. Grazie a delle amiche di famiglia che hanno dei laboratori, ho cominciato a imparare le tecniche di maglieria. poi è subentrato l’amore per il cashmere. Trattandosi di collezioni artigianali e prodotti unici, UnoCashmere è rivolto donne forti e coraggiose. Propongo capsule limitate, realizzate da diverse professionalità in piccoli laboratori.

Tutti locali?

No, non sono tutti localizzati in Brianza. Sono sempre alla ricerca di nuovi fornitori in grado di propormi trattamenti sempre diversi. Si tratta di piccole officine nelle quali si lavora in modo artigianale. La collaborazione con queste realtà assorbe tantissima energia. Per me l’artigiano è anche un artista. Mi piace avere fornitori che abbiano personalità.

Com’è organizzata la distribuzione?

Il nostro showroom è in Brianza. Per la vendita funziona benissimo il sistema dei pop-up store, perfetto per la nostra tipologia di prodotto che, come dicevo, è artigianale.

Ci racconti la collezione autunno inverno 2020, ora in vendita.

È stata progettata durante il lockdown primaverile e l’ho intitolata Back To The Roots. L’ispirazione me l’hanno data le mie piante, che ho avuto l’opportunità di curare meticolosamente nei mesi in cui eravamo tutti costretti a casa. In quel periodo alcuni laboratori erano chiusi, per cui ho pensato di sviluppare una linea fatta ai ferri utilizzando un filato di cashmere bouclé. Sto continuando a fare scouting di queste signore in grado di lavorare ai ferri, è molto difficile trovarle. La cosa più complicata è incontrare qualcuno bravo tecnicamente che abbia però un gusto contemporaneo. L’artigiano è fondamentale perché, conoscendo a fondo la materia prima, è in grado di darti degli spunti creativi. Dato il momento particolare, la direzione estetica è stata totalmente virata.

Già, come affronta questo momento inedito una realtà come la vostra?

Bisogna innanzitutto trovare il coraggio di ripartire in maniera più oculata. È necessario produrre meno, ma fatto bene. Ci vuole tempo per creare cose belle. Credo che nei prossimi mesi il fenomeno dell’acquisto compulsivo sarà sempre meno diffuso, per diverse ragioni. Parlo per esperienza personale. Io ero un’accumulatrice cronica, mentre oggi ci penso di più prima di comprare qualcosa. Voglio acquistare dei pezzi che abbiano una storia, mi devo innamorare di quello che c’è dietro. Il prossimo passo per UnoCasmere dovrà essere necessariamente in direzione del mondo digitale. Dovrò adattarmi all’e-commerce. Per questo stiamo valutando una modalità per offrire dei servizi su misura online.

Chi potrebbe essere la testimonial dei sogni di UnoCashmere?

Questa domanda è molto difficile. Come ho detto, le mie testimonial sono le donne che hanno scelto le mie proposte, forti e coraggiose. Devo proprio scegliere un nome in totale libertà?  OK, Yoko Ono.