INTERVISTA A FEDERICO REPETTO

Il consulente di strategia di Slam, racconta l’evoluzione del brand, punto di riferimento per gli amanti della vela, che quest’anno ha compiuto 40 anni. In più ci suggerisce i pezzi must per quest’estate rovente.

La vela non è solo uno sport, ma uno stile di vita e Slam è da 40 anni uno dei punti di riferimento per professionisti e appassionati. Quali sono i valori fondamentali  per questo target, evidentemente incarnati dal brand?
Chi ama il mare lo vive come una necessità. Il mare ha una forza tutta sua e dona un senso di rinascita. È un elemento in movimento e di grande apertura. La vela è un’esperienza molto forte, dominata dal silenzio, che lascia spazio al rumore del vento e delle onde. Dà un’incredibile sensazione di abbandono, di inserimento all’interno della natura e di libertà. C’è anche un lato competitivo, ma è l’aspetto legato alla natura quello più attraente e anche più difficile. Il mare è un elemento da rispettare, bisogna stare attenti alle sue dinamiche. C’è poi l’elemento conviviale, il piacere di condividere un’esperienza con altre persone. Per quanto riguarda Slam, tutti questi spunti sono derivati dalla città stessa in cui il brand è nato, Genova, dove a maggio abbiamo celebrato l’anniversario dei 40 anni. Vivere sul mare fa la differenza. Se hai la fortuna di nascere in un posto di mare senti questa necessità. Sono queste le radici che Slam incarna. Genova è stata fondamentale infatti nello sviluppo del brand. Io ero un ragazzo quando Slam è nato, tra l’altro nel mio quartiere, per cui ho vissuto questa realtà fin dagli esordi. Negli anni ottanta i brand legati allo sport hanno cominciato a trasformarsi in sportswear. Chi praticava determinate discipline cominciava a indossare i capi tecnici anche nella quotidianità. È stato l’inizio di un fenomeno che ha trasformato la moda. Con il passare degli anni Slam ha seguito l’evolversi della città stessa, è stata una trasformazione naturale.

A questo proposito, cosa distingue Genova dalle altre località di mare?
Genova è morfologicamente diversa dalle altre città di mare. È una striscia delimitata da un lato dalle montagne e dall’altro dall’acqua, tanto che in qualsiasi punto della città il mare è visibile. C’è un verso di Chi Guarda Genova, brano di Ivano Fossati, che sintetizza il concetto, “Genova si vede solo dal mare”. Il fatto che sia così stretta, la rende un tutt’uno con il mare e con il porto. Per questo, anche prima che l’immigrazione diventasse una questione sociale e politica, a Genova siamo sempre stati abituati a un viavai di persone da tutto il mondo.

L’evento per l’anniversario è stato l’occasione per presentare la collaborazione di Slam con la Onlus Insuperabili di Marcello Lippi. Il 29 giugno ha avuto luogo la prima uscita in mare dei ragazzi che partecipano al progetto. Ci racconti di cosa si tratta.
Il concetto è questo. Noi abbiamo molte attività legate alla salvaguardia del mare, per esempio siamo partner di One Ocean Foundation, in più siamo sponsor di diversi atleti paraolimpici. In particolare, con Lippi ci siamo trovati, perché l’idea di portare in mare un team già coeso di ragazzi diversamente abili ci ha appassionato subito. L’incontro tra Insuperabili e Slam, avvenuto proprio a Genova, ha segnato la nascita di un’importante collaborazione. Da quest’anno infatti Slam supporta la Onlus con una serie di attività in mare per istruire ragazzi disabili sia alla loro prima esperienza in barca, sia già avviati a un percorso di apprendimento. Attraverso la vela, infatti, sfruttando le qualità terapeutiche del mare e del lavoro di squadra, si favorisce l’integrazione. Per questo, siglare l’accordo con Insuperabili è stato immediato. Il 29 giugno, a bordo dell’imbarcazione Pandora gli Insuperabili hanno raggiunto Punta Ala dove, grazie alla collaborazione con il nostro partner Yacht Club Punta Ala, dieci ragazzi con spettro autistico e diversi livelli cognitivi hanno condiviso l’esperienza della scuola vela su piccole derive, l’approccio a questa attività è stato gestito con il supporto di immagini che anticipassero ai ragazzi tutti gli aspetti dell’esperienza in deriva e il risultato è stato entusiasmante. in definitiva è una vacanza per loro e l’obbiettivo è anche quello di farli divertire.

Parliamo della collezione appena presentata a Pitti Uomo. Quali sono le novità e gli highlights?
Si tratta di un’evoluzione dello sportswear. Uno degli elementi di cui abbiamo voluto tenere conto è il mutare delle stagioni. Quest’anno, per esempio, abbiamo avuto una primavera altalenante e bizzarra, con una coda di freddo a maggio. Per questo abbiamo creato una giacca leggera (100 grammi) figlia di un prodotto invernale, pensata per essere all season. Inoltre, abbiamo proposto dei pezzi molto forti, mutuati dai nostri capi tecnici, perché i nostri investimenti nella ricerca influiscono anche sulla collezione urbana.

Parlando dei capi tecnici, vi avvalete della collaborazione di professionisti della vela? In questo caso, come si articola il processo?
La nostra tipologia di prodotti si divide in pro, sailing (meno tecnica) e collezione leisure (o urbana o sportswear, possiamo chiamarla in tanti modi diversi), che comunque è influenzata dalla parte tecnica professionale. Facciamo dei lab con gli atleti ai quali vengono affidati dei prodotti. Viene chiesto loro di fornirci dei feedback strutturati, inoltre ci sono delle sessioni nelle quali gli atleti lavorano con chi si occupa dello sviluppo prodotto. Dopo una serie di passaggi, i capi alla fine devono essere approvati sia dall’azienda che dagli atleti.

Qual è il guardaroba ideale di Slam per quest’estate?
Sarà un’estate caldissima. Direi una T-shirt che produciamo per gli atleti in un tessuto che non è solo traspirante, ma addirittura rinfrescante, oltre a essere antivento. Un altro pezzo essenziale è la nostra classica giacca sailing leggera, che abbiamo appena rinnovato, con una bella vestibilità, realizzata in tessuti innovativi. È il capo giusto per le serate estive al mare, dove la temperatura può scendere all’improvviso. Infine, proporrei delle scarpe, le nostre sneakers Win-D, sviluppate per gli atleti, leggerissime e in uno stile minimal.

A gennaio avete presentato a Pitti Uomo un progetto in collaborazione con gli studenti del Politecnico di Milano. Ripeterete l’esperimento?
Assolutamente sì. In realtà stiamo continuando a lavorare con il Politecnico, nel nostro staff c’è una persona dedicata a questa collaborazione. È fondamentale per noi lavorare con i giovani. Abbiamo scelto il Politecnico per la molteplicità di spunti che offre. Gli studenti non si occupano solo di fashion design, ma anche di materiali e di ricerca. In più si tratta di ragazzi che arrivano da ogni parte del mondo, un bel mix.