STILE E IRONIA FIRMATI ROSSELLA JARDINI

Un percorso importante alle spalle e oggi un brand che porta il suo nome. Abbiamo incontrato la signora Rossella Jardini.

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Jardinette è il nome della stampa, ma anche di tutta la collezione primavera estate 2018 firmata Rossella Jardini, che vede la designer protagonista attraverso le illustrazioni dell’artista Antonio Pippolini.

Ci racconti della sua carriera.

È iniziata nel 1976 quando sono andata a lavorare da Trussardi e da quel momento non mi sono più fermata, fino a quando la mia passione non è esplosa. Successivamente ho lavorato per cinque anni da Bottega Veneta e nel 1984 ho conosciuto Franco Moschino, grazie a degli amici in comune. Sono così entrata nella sua maison come direttore creativo, dove sono rimasta per trent’anni. In seguito, sono andata da Missoni, fino a quando ho deciso di creare qualcosa che realmente mi potesse appartenere, il mio brand.

Trenta lunghi anni.

I più belli. Con Franco eravamo come fratelli, in simbiosi. Era un grande maestro. Diceva sempre che il buon gusto non esiste e oggi capisco cosa voleva dire.

Ovvero?

Che si è persa la cultura del vestirsi bene.

Quando è esplosa la sua passione?

Esplose proprio con Franco. Mi fece innamorare della sartorialità e dei colori.

Quando disegnò la sua prima collezione da cosa partì?

 Dai tessuti, ho fatto una selezione di tessuti base che avrei usato per tutte le collezioni.. Trovo che la scelta dei tessuti sia una delle cose che mi riesce meglio. Franco odiava farla e già da Moschino la facevo io. In più sono amica di Alberto Aspesi e quando ho dei dubbi chiedo consiglio a lui, come quando devo giocare con i volumi.

Parliamo dei colori.

Amo le stampe e i colori pastello, il rosa ad esempio c’è sempre nelle mie collezioni. Detesto invece i colori della terra.

Che tipo di ricerca fa per le sue collezioni?

Tutto deve nascere dalla propria testa. Non faccio delle ricerche.

Dove trova allora l’ispirazione?

Nei libri di moda, specialmente quelli su Yves Saint Laurent. Non mi stanco mai di leggerlo, è sempre attuale. Credo sia stato uno dei poeti della moda.

A quale donna si rivolge il suo brand?

A tutte e a nessuna. Non penso che esista veramente un target, trovo invece che esistano le donne vestite bene, o quelle che hanno bisogno di essere guidate. Mi rivolgo alle donne degli anni cinquanta e sessanta. Molte signore si rifugiano nel nero perché è un colore sicuro e non osano perché temono il giudizio degli altri. Queste credo siano le donne che andrebbero guidate e portate a provare dei capi che da sole non sceglierebbero mai.

Qual è il suo consiglio di stile per le donne?

L’importante è sentirsi sempre a proprio agio.

Cosa ci può anticipare della collezione autunno inverno 2018?

Sarà un mix tra prodotti basici e capi più particolari. In più sto lavorando su dei pezzi di Alberto Aspesi, custumizandoli per renderli iper femminili.

Come definirebbe questa collezione?

Cito nuovamente Franco. Lui direbbe:<<La moda è ironica, dobbiamo divertirci>>. Ecco la mia definizione a riguardo.

Come sintetizzerebbe lo spirito della primavera estate 2018, invece?

Pura.