A PRATO LA MOSTRA “LEGATI DA UNA CINTOLA”

La mostra, “Legati da una cintola – L’Assunta di Bernardo Daddi e l’identità di una città”, è organizzata dal Comune di Prato, in collaborazione con la Diocesi di Prato e curata da Andrea De Marchi e Cristina Gnoni Mavarelli sarà inaugurata al Museo di Palazzo Pretorio, negli spazi espositivi recuperati dell’ex Monte dei Pegni.

cintaUn tema, quello della reliquia pratese, che consente di accendere un fascio di luce intenso su un’età di grande prosperità per Prato. La mostra ha come scopo il voler raccontare la città e il suo ricco patrimonio di cultura e bellezza ben riconoscibile al di fuori dei confini locali.

L’origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo. La leggenda si basa su un testo apocrifo del V-VI secolo e vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell’Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata in punto di morte, nel 1172, al proposto della pieve. La Cintola è una sottile striscia di lana finissima, lunga 87 centimetri, di color verdolino, broccata in filo d’oro con ai capi due cordicelle per legarla.

Fra Due e Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell’elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia miracolosamente giunta dalla Terra Santa, e divenne motore delle vicende artistiche pratesi.

La tavola di Bernardo Daddi è una delle immagini più prestigiose di tutto il Trecento dedicate all’Assunta e al dono miracoloso della Cintola all’incredulo San Tommaso. L’opera nel tempo è stata smembrata e la sua complicata diaspora ha fatto sì che si perdesse la coscienza stessa della sua capitale importanza. L’allestimento del Pretorio consentirà di tornare ad ammirare nel suo complesso la monumentale macchina dipinta dal Daddi, riunendo i suoi componenti che originariamente comprendevano una doppia predella con la storia del viaggio della cintola e del suo approdo a Prato (questa custodita nel Museo) e la parallela migrazione del corpo di Santo Stefano da Gerusalemme a Roma, perché si riunisse a quello di San Lorenzo (custodita nei Musei Vaticani), e una terminazione con la Madonna assunta che cede la Cintola a San Tommaso (conservata al Metropolitan Museum di New York).

Saranno infine esposte tutte le testimonianze documentarie e visive che accompagnarono il culto della Cintola: le preziose custodie, le suppellettili e gli arredi della Cappella della Cintola nella Cattedrale. Alcuni apparati didattici aiuteranno a comprendere la natura anche tecnica del manufatto e a raccordare fra loro le testimonianze librarie e archivistiche.

È intorno alla Cintola mariana che si muove l’identità spirituale e civica di Prato, la reliquia che la tradizione pratese ritiene legata all’assunzione di Maria al cielo e che giunse da Gerusalemme nel XII secolo. È difficile dire quanto realmente la cintura possa essere ricondotta storicamente a Maria, ma quel che è sicuro è che rappresenta uno straordinario simbolo per i pratesi. Perfino l’architettura della città è legata alla sua presenza. Fu infatti per permettere ai tantissimi pellegrini di partecipare all’Ostensione che si pensò l’originale collocazione del pulpito nel Duomo di Prato.